ARRAMPICARE A TAVOLARA
Tavolara è un paradiso anche per chi ha l’arrampicata nel DNA. La grande valle chiamata ‘pratone’ è cullata da due picchi calcarei chiamati Punta Cannone (564 metri) e Punta di Lucca (541 metri), è proprio quest’ultima che ci regala un ottima roccia in cui è ‘scolpita’ la via moderna ideata ai primi anni del 2000 da Enzo Lecis, protagonista della storia dell’arrampicata in Sardegna. La via è un multi-pitch (7 in totale) che con un dislivello di 215 metri termine sulle creste di Tavolara. La Via porta il nome ‘Affora Sa Nato’, in chiaro riferimento alla presenza della base Nato che controlla metà di tutta l’isola.
Avvicinamento
Dalla spiaggia dello Spalmatore di Terra si risale la piccola scogliera in direzione est arrivando a camminare su un largo sentiero che ad un certo punto (passato un ghiaione e giunti ai forni di calce) interseca una piccola traccia. Questi è il sentiero più diretto che conduce all’attacco della via; questo risale le pendici dell’isola (quando incontrare un bivio tenete la destra continuando a salire) superando la prima cengia rocciosa con una pietraia e una ‘scala ‘e fuste’ (scala di ginepro). Al termine della scala si risale per qualche metro di dislivello incontrarando l’altro sentiero che arriva da Punta della Mandria. Noi teniamo la sinistra (direzione nord-est) ed in 20 minuti giungiamo all’attacco.
Itinerario
L’itinerario è stato ottimamente descritto da Maurizio Oviglia su Planet Mountain. Riportiamo qui la sua descrizione della Via:
Lungo il sentiero di salita alla Punta Cannone, allorché questo tocca per la prima volta le rocce della parete W della Punta Lucca, non attaccare su una placca con spit visibile ma una ventina di metri a monte, proprio in corrispondenza dello sperone arrotondato, prima che il sentiero compia un breve tornante. Il primo spit è ad una decina di metri da terra, difficilmente visibile. Poco sotto c’è un piccolo ginepro con cordino in clessidra.
Salire sullo sperone per bella roccia per 25 metri (spit e clessidre), quindi un breve traversino a sinistra porta alla S1, 30m (5c). Salire su placca verticale, poi un deciso traverso a sinistra, quindi di nuovo diritti verso un alberello a destra uscendo su una cengia, S2, 30m (6a+). Per un varco tra gli alberi superare un muretto di bella roccia e poi una fessura sino a nuova cengia, S3, 30m (6a). A destra salire un bellissimo diedro, S4, 30m (6b). A sinistra, in una fessura, è visibile un vecchio e rudimentale nut, probabilmente di Bodo Habel. Verso destra facilmente sino alla base di una bella placca. Superarla uscendo dal salto su un pulpito, S5, 30m (6a). Entrare nel facile catino e portarsi verso destra sulla cresta NW, sostando dove la cresta si raddrizza, S6, 30m (4c). Salire sul filo di spigolo per una bella fessura sino in cima, S7, 35m (breve passo di 6a).
Nelle foto è immortalato Maurizio Oviglia.
La scheda di Planet Mountain è disponibile qui: Planet Mountain
Sempre su Planet Mountain segnaliamo anche tutte le vie trad aperte da Luciano Stenghel qui: Planet Mountain
Discesa
Dalla Vetta di Punta di Lucca si segue il filo di cresta in direzione sud-est scendendo lungo la sella. Si incontrerà dapprima una sosta per una calata in corda doppia (30 metri), questa conduce al termine di una piccola via ferrata. Volendo scendere con la via ferrata occorrerebbe camminare 40 metri dalla sosta muovendosi in direzione di Punta Cannone (facile da riconoscere per la statua bianca della Madonnina di Tavolara). Una freccia rossa segnala l’inizio della ferrata che termina proprio alla fine della calata. È possibile ora guadagnare nuovamente il sentiero scendendo lungo la pietraia alla cui fine si notano dei bolli rossi che portano verso il pratone (una piccola valle), da qui si incrocia un canalone che in discesa riporta all’attacco della via.